Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19412 del 8 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:19412PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù, ai sensi dell'art. 600 c.p., sussiste quando l'agente approfitta di una situazione di debolezza o di mancanza materiale o morale della vittima, atta a condizionarne la volontà personale, costringendola a prestazioni lavorative o sessuali mediante violenza, minaccia o inganno. La situazione di soggezione e di privazione della libertà personale della vittima, documentata da riscontri esterni come referti medici e testimonianze, integra gli elementi costitutivi del reato, a prescindere dalla modalità di ingresso della vittima nel territorio dello Stato, essendo sufficiente il dolo specifico dell'agente di sfruttarne la prostituzione, ai sensi dell'art. 601 c.p. La credibilità delle dichiarazioni della parte offesa, corroborate da elementi di riscontro oggettivi, non può essere sindacata in sede di legittimità, se non per vizi logici o contraddittorietà con gli atti processuali, non ravvisabili nella motivazione della sentenza impugnata, che ha argomentato in modo esaustivo e coerente il ruolo dell'imputata quale principale organizzatrice della tratta e dello sfruttamento della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) NM. BL. SA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/04/2008 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARROZZA ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico, che chiede il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. Grerario Romano che conclude per l'accoglimento dei motivi di ricorso.

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