Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38425 del 29 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:38425PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia, è tenuto a verificare la congruità e la logicità della motivazione adottata dal giudice di merito in ordine all'accertamento della responsabilità dell'imputato, senza poter sindacare nel merito le valutazioni probatorie compiute, purché sorrette da adeguata e coerente argomentazione. Pertanto, il giudice di legittimità deve dichiarare inammissibile il ricorso che denunci la mancanza o la contraddittorietà della motivazione, quando la sentenza impugnata abbia adeguatamente illustrato le ragioni del convincimento circa la responsabilità dell'imputato, anche in dissenso dalla diversa valutazione operata dal primo giudice, valorizzando in particolare le dichiarazioni della persona offesa e la testimonianza di un soggetto presente al fatto. Inoltre, il giudice di legittimità non può rilevare la prescrizione del reato maturata successivamente alla pronuncia impugnata, essendo tale questione estranea al giudizio di cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 7.3.2010 da:

avv. ((omissis)), difensore di MI. En. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Lecce - sezione distaccata di Taranto del 21 gennaio 2010;

Sentita la relazione del consigliere dr. ((omissis)) BRUNO;

Sentite le conclusioni del P.G. in sede, in persona del Sostituto dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

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