Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto avverso la sentenza di condanna per i reati di porto e detenzione illegali di armi, clandestine, ricettazione e detenzione di munizioni, riuniti in continuazione, applicando la pena condizionalmente sospesa, afferma il principio per cui la mancata deduzione nel patto sulla pena concordata del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche non integra un vizio di motivazione né un'erronea applicazione della legge penale, essendo tale doglianza palesemente infondata. Inoltre, il giudice precisa che la declaratoria di inammissibilità del ricorso può essere assunta de piano, ai sensi dell'art. 610, comma 5-bis, c.p.p., come modificato dalla L. n. 103 del 2017, pur se l'atto impugnato rientra, ratione temporis, sotto il vigore della previgente disciplina che non prevedeva tale rito, trattandosi di causa di inammissibilità già prevista e riferendosi il novum introdotto nella disposizione citata, solo al procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione, non al regime delle impugnazioni. Pertanto, il giudice di legittimità, nel dichiarare l'inammissibilità del ricorso, condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma equa in favore della cassa delle ammende.