La mancanza o il venir meno dei requisiti per il rilascio del titolo di soggiorno non comporta necessariamente il rigetto dell'istanza di assunzione di un lavoratore extracomunitario, qualora siano sopravvenuti nuovi elementi che ne consentano il rilascio e si tratti di irregolarità amministrative sanabili. In tali ipotesi, l'amministrazione competente è tenuta a riesaminare la pratica, al fine di verificare la possibilità di sanatoria delle irregolarità emerse, senza poter procedere al rigetto automatico dell'istanza di assunzione. Il principio di diritto trova applicazione ogni qualvolta il datore di lavoro sia in grado di dimostrare la sussistenza di irregolarità amministrative sanabili, come nel caso di mancato versamento di contributi previdenziali dovuto a errori di calcolo, a fronte della presentazione di apposita istanza di rateizzazione. In tali circostanze, l'amministrazione non può esimersi dal riesame della pratica, essendo tenuta a valutare la possibilità di rilascio del titolo di soggiorno sulla base dei nuovi elementi sopravvenuti, in applicazione del principio di favor nei confronti del lavoratore extracomunitario e di tutela del diritto al lavoro, nonché del dovere di riesame in presenza di irregolarità sanabili, ai sensi dell'art. 5, comma 5, del Testo Unico sull'Immigrazione.