L'aggravante dei futili motivi è configurabile quando la spinta a delinquere, pur essendo banale e priva di consistenza, risulta assolutamente sproporzionata rispetto alla gravità dell'azione criminosa, rappresentando più un mero pretesto che una causa determinante dell'evento, in guisa da apparire insufficiente per la generalità delle persone a provocare l'azione delittuosa. Tale giudizio non può essere astrattamente riferito ad un comportamento medio, ma va ancorato agli elementi concreti della fattispecie, tenendo conto delle connotazioni culturali del soggetto giudicato, nonché del contesto sociale e dei fattori ambientali che possono aver condizionato la condotta criminosa. Il giudice, in tema di attenuanti generiche e di trattamento sanzionatorio, non ha l'obbligo di un analitico esame dei criteri elencati nell'art. 133 c.p., essendo sufficiente il riferimento a dati oggettivi o soggettivi idonei ad evidenziare la correttezza sul piano argomentativo del criterio seguito nell'esercizio del proprio potere discrezionale.