Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18367 del 14 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:18367PEN

Massima

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Il titolo di un articolo giornalistico può avere autonoma portata diffamatoria, anche in assenza di un contenuto esplicitamente offensivo, qualora esso stabilisca un nesso suggestivo e ingiustificato tra una persona o un ente e fatti penalmente rilevanti, senza che tale collegamento trovi riscontro nella realtà dei fatti. In tali casi, l'uso di espressioni o termini che, pur non essendo di per sé offensivi, evochino in modo equivoco e fuorviante il coinvolgimento della persona o dell'ente in vicende penalmente rilevanti, integra gli estremi del reato di diffamazione, in quanto idoneo a ledere ingiustamente la reputazione del soggetto. Pertanto, il giudice non può escludere la portata diffamatoria del titolo sulla base della sua presunta non univocità o incomprensibilità senza la lettura dell'articolo, quando invece esso presenti un significato autonomo e immediato, tale da determinare nell'opinione pubblica l'erroneo convincimento di un coinvolgimento, anche indiretto, della persona o dell'ente in fatti penalmente rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI ((omissis)) del 19/01/2 -

Dott. DE BERARDINIS ((omissis)) SENTE -

Dott. LAPALORCIA Grazia rel. Consigliere N. -

Dott. SABEONE ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. Consigliere N. 44663/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) (parte civile);

nei confronti di:

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

3) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 224047/2010 GIP TRIBUNALE di MILANO, del 06/04/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. FRATICELLI Mario che h…

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