La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, ai sensi della normativa nazionale e regionale, deve estendersi anche alle opere connesse e infrastrutture indispensabili per il funzionamento dell'impianto principale, come la sottostazione elettrica, qualora queste ultime rientrino nei limiti dimensionali e di potenza previsti dalla legge per l'assoggettamento a VIA. L'autorità competente a esprimersi sulla VIA dell'intero progetto, ivi comprese le opere connesse, è quella cui è attribuita la competenza sul procedimento principale di autorizzazione dell'impianto, senza che sia possibile una valutazione separata da parte di diversa autorità. Il parere negativo dell'autorità competente sulla compatibilità ambientale dell'opera, motivato anche in relazione all'impatto della sottostazione elettrica, è pertanto legittimo e non può essere sindacato in sede giurisdizionale, ove non risultino vizi di legittimità nell'esercizio del potere valutativo. Il giudice amministrativo non può imporre all'autorità competente l'obbligo di individuare soluzioni progettuali alternative meno impattanti, in quanto ciò eccede i limiti del suo potere di cognizione e decisione, essendo riservato all'amministrazione l'esercizio del potere discrezionale di valutazione tecnica nell'ambito del procedimento di VIA.