Il rigetto di una domanda di condono edilizio presentata ai sensi della legge n. 47/1985 per un manufatto realizzato in assenza di titolo abilitativo e ricadente in zona sottoposta a vincolo paesaggistico è legittimo qualora il richiedente non abbia prodotto la documentazione integrativa necessaria per l'acquisizione del nulla osta paesaggistico, in particolare la relazione paesaggistica, nonostante le richieste dell'amministrazione comunale. L'obbligo di collaborazione istruttoria grava sul privato che aspira ad ottenere il beneficio del condono, il quale deve allegare e produrre quanto necessario a sostegno della propria pretesa. Il silenzio-assenso non si forma in materia di condono edilizio per il solo decorso del termine prefissato per la pronuncia espressa dell'amministrazione e l'adempimento degli oneri documentali ed economici, essendo altresì necessaria la prova della ricorrenza di tutti i requisiti soggettivi ed oggettivi ai quali è subordinata l'ammissibilità del condono, ivi compresa la tempestiva ultimazione dell'opera abusiva. L'amministrazione, pertanto, può legittimamente respingere la domanda di condono per improcedibilità, ai sensi dell'art. 39 della legge n. 724/1994, in caso di mancata produzione della documentazione integrativa richiesta, senza dover previamente acquisire il parere di compatibilità paesaggistica, essendo tale adempimento subordinato alla presentazione della relazione paesaggistica da parte dell'interessato.