Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'ignoranza inevitabile della legge penale, che escluderebbe la punibilità ai sensi dell'art. 5 c.p., non può essere invocata dal soggetto che esercita professionalmente un'attività regolamentata, il quale ha il dovere di informarsi diligentemente sulla normativa applicabile e di richiedere i necessari chiarimenti alle autorità competenti. Il dubbio sulla liceità dell'attività, derivante dalla complessità e incertezza del quadro normativo, non è equiparabile allo stato di inevitabile ed invincibile ignoranza, ma impone al soggetto un atteggiamento di maggiore cautela, fino all'astensione dall'azione, qualora permanga l'incertezza sulla sua liceità. Inoltre, la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non è applicabile quando l'imputato abbia commesso più reati della stessa indole, poiché la valutazione deve essere effettuata complessivamente sulla pluralità di condotte, a prescindere dalla tenuità dei singoli episodi.