Il provvedimento interdittivo antimafia, finalizzato alla salvaguardia dell'ordine pubblico economico, della libera concorrenza e del buon andamento della pubblica amministrazione, può essere legittimamente adottato dall'autorità prefettizia quando il quadro indiziario, pur non fondandosi su elementi tipizzati dal legislatore, sia idoneo a configurare, secondo un giudizio di probabilità logica, il rischio di infiltrazione o di condizionamento da parte della criminalità organizzata nell'attività imprenditoriale. A tal fine, l'amministrazione è tenuta a verificare la concretezza, l'attualità e l'individualità degli elementi fattuali posti a base della valutazione prognostica, senza incorrere in automatismi presuntivi, e a dare adeguata contezza delle ragioni della propria determinazione nell'atto amministrativo. Il successivo provvedimento di revoca dell'aggiudicazione di un appalto pubblico, adottato dall'ente appaltante a seguito dell'interdittiva antimafia, risulta legittimo in quanto atto dovuto e vincolato, atteso che i requisiti generali e speciali per la partecipazione alle gare pubbliche devono permanere per tutta la durata della procedura di affidamento e dell'esecuzione del contratto.