Cassazione penale Sez. III sentenza n. 46190 del 16 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46190PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione del reato, desumibile dal contesto criminale di riferimento e dalla gravità del fatto, costituisce il presupposto essenziale per il mantenimento della misura cautelare carceraria, anche in assenza di precedenti penali, non essendo sufficiente il mero decorso del tempo della detenzione subita. Il rifiuto di riconoscere la commissione del fatto, dimostrato in entrambi i gradi di giudizio, integra un atteggiamento di non resipiscenza che esclude la possibilità di applicare misure cautelari meno afflittive, in assenza di elementi positivi che comprovino l'avvenuta rescissione dei legami con gli ambienti criminali di riferimento e la disponibilità di un ambiente familiare o sociale idoneo a scongiurare il pericolo di reiterazione. Il trattamento riservato ai coimputati non costituisce un parametro vincolante per la valutazione della posizione del singolo indagato, in ragione dell'autonomia del giudizio cautelare, che deve essere fondato sulle specifiche esigenze cautelari emerse nel caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. SARNO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DH. BE. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 25/06/2008 TRIB. LIBERTA' di BRESCIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CORDOVA AGOSTINO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. PASSACANTANDO G., che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza del 3.6.2008 la Corte d'appello di Brescia confermava quella del G.i.p. di Brescia con cui Dh. Be. era stato condannato a…

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