Il contratto di appalto di opere pubbliche è disciplinato da una normativa speciale che esclude l'applicazione della presunzione di accettazione tacita dell'opera prevista dall'art. 1665 c.c. per gli appalti di diritto privato. In tali contratti, il collaudo rappresenta l'atto formale e necessario ai fini dell'accettazione dell'opera da parte della pubblica amministrazione, sicché il termine per la denuncia dei vizi e la proposizione dell'azione di garanzia decorre solo dalla data di ultimazione delle relative operazioni, non essendo ammissibile un'accettazione tacita o presunta prima di tale momento. Inoltre, la mancata osservanza da parte del committente dei termini contrattuali previsti per il collaudo non comporta l'applicazione della presunzione di accettazione di cui all'art. 1665 c.c., comma 3, in quanto il carattere necessario e obbligatorio del collaudo esclude la possibilità di una decorrenza del termine per la denuncia dei vizi da una data antecedente al collaudo stesso. Infine, in materia di appalto di opere pubbliche, l'azione di garanzia per gravi difetti di costruzione ex art. 1669 c.c. è esperibile, ma la sua proposizione in sede di gravame integra una inammissibile mutatio libelli, qualora non sia stata dedotta in primo grado.