Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità di un provvedimento amministrativo, può esercitare un controllo di merito soltanto entro i rigorosi limiti del controllo di legittimità, senza invadere la sfera della discrezionalità amministrativa riservata all'Amministrazione. L'eccesso di potere giurisdizionale, censurabile ai sensi dell'art. 111, comma 8, Cost., è configurabile solo quando l'indagine del giudice amministrativo non si limiti al controllo di legittimità del provvedimento impugnato, ma si estenda a una diretta e concreta valutazione dell'opportunità e della convenienza dell'atto amministrativo (c.d. discrezionalità amministrativa in senso stretto), ovvero quando la decisione finale, pur nel formale rispetto della formula dell'annullamento, esprima una volontà del giudice destinata a sostituirsi tout court a quella dell'Amministrazione. In tali ipotesi, il giudice amministrativo eccede i limiti della propria giurisdizione, invadendo la sfera riservata all'Amministrazione. Al di fuori di tali casi, il sindacato del giudice amministrativo resta circoscritto al controllo di legittimità del provvedimento impugnato, senza dar luogo a un'indebita ingerenza nel merito amministrativo.