Il Consiglio di Stato, nell'esaminare il ricorso in appello avverso la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che aveva respinto il ricorso del concessionario di un locale adibito a caffè letterario annesso alla biblioteca comunale, afferma il principio secondo cui l'amministrazione concedente, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può legittimamente decidere di non rinnovare la concessione per un ulteriore periodo di sei anni qualora ritenga non soddisfacente l'esito della gestione del servizio nel corso del primo periodo contrattuale, senza che sia necessaria una puntuale documentazione di ogni singola inadempienza contestata, essendo sufficiente che emerga complessivamente un esito non positivo della gestione. Tale valutazione discrezionale dell'amministrazione non comporta violazione del diritto di partecipazione procedimentale del concessionario né lesione del principio dell'affidamento, atteso che il contratto aveva una durata predeterminata e il rinnovo era subordinato alla verifica del buon esito del servizio, rimessa alla discrezionalità dell'ente concedente. Inoltre, l'obbligo di comunicazione del mancato rinnovo sei mesi prima della scadenza riguarda la facoltà di recesso anticipato, distinta dalla decisione di non rinnovare la concessione per un ulteriore periodo, che rientra nella discrezionalità dell'amministrazione.