La revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza e dell'autorizzazione al porto di arma lunga con divieto di munizionamento spezzato costituisce un provvedimento amministrativo di carattere sanzionatorio che incide sulla sfera giuridica del soggetto interessato, il quale ha diritto di vedersi garantite le tutele procedimentali e giurisdizionali previste dall'ordinamento. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento di revoca, indicando con chiarezza i presupposti di fatto e di diritto che lo giustificano, nel rispetto del principio di proporzionalità e del diritto di difesa dell'interessato. In caso di impugnazione giurisdizionale, il giudice amministrativo è chiamato a verificare la legittimità del provvedimento, valutando la correttezza e la congruità della motivazione addotta, nonché l'adeguatezza della sanzione irrogata in relazione alla gravità del comportamento contestato. Ove il provvedimento di revoca risulti illegittimo, il giudice ne dispone l'annullamento, con conseguente ripristino della qualifica e dell'autorizzazione in capo al soggetto interessato. Inoltre, il giudice può condannare l'Amministrazione al risarcimento del danno eventualmente subito dal ricorrente a causa dell'illegittima adozione del provvedimento sanzionatorio. In ogni caso, il giudice è tenuto a garantire il rispetto della riservatezza e della dignità della persona interessata, disponendo l'oscuramento delle generalità e di ogni altro dato idoneo a identificarla.