La disponibilità dei suoli costituisce un presupposto essenziale per il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività estrattiva, ai sensi della legge regionale n. 11/2005. Tale disponibilità deve derivare da un contratto di diritto privato o da un provvedimento di concessione, non essendo sufficiente la mera approvazione di un disciplinare di concessione e di uno schema contrattuale, in assenza del provvedimento concessorio vero e proprio. L'autorizzazione regionale all'apertura, coltivazione e ripristino ambientale di una cava, rilasciata in assenza del presupposto della disponibilità dei suoli, risulta pertanto illegittima per violazione della citata legge regionale, nonché per erronea rappresentazione dei presupposti di fatto, illogicità e contraddittorietà. La valutazione di impatto ambientale non è invece necessaria per progetti di coltivazione di cave che non superino le soglie dimensionali previste dalla normativa regionale, come nel caso di specie. Inoltre, il mancato intervento di un'amministrazione convocata alla conferenza di servizi, senza richiesta di rinvio, comporta l'acquisizione del relativo assenso tacito ai sensi della legge n. 241/1990.