Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44427 del 26 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44427PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui al D.L. n. 152 del 1991, art. 7, è configurabile anche quando l'agente, in un territorio in cui è radicata un'organizzazione mafiosa storica, faccia riferimento, in maniera anche contratta od implicita, al potere criminale dell'associazione, in quanto tale potere è di per sé noto alla collettività. Inoltre, la sussistenza delle esigenze cautelari, in presenza della contestazione della suddetta aggravante, è assistita da una presunzione relativa di concretezza ed attualità del pericolo di recidiva, fondata sulla pregressa attività criminosa contestata all'indagato, presunzione superabile solo dalla prova di elementi di segno opposto, tali da far ritenere cessata o affievolita ogni esigenza cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

Dott. BARONE Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 770/2016 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 05/10/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO MINCHELLA;
sentite le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
Udito il difensore avv. (OMISSIS) e avv. (OMISSIS), che hanno insistito per l'accoglimento delle ragioni del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 05.10.2016 il Tribunale per il Riesame di Palermo accogl…

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