Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Quando il contratto di appalto di opere pubbliche contiene un rinvio recettizio al Capitolato Generale d'Appalto, le previsioni di quest'ultimo costituiscono clausole negoziali, operanti per volontà pattizia, non in quanto imposte in via autoritativa. Pertanto, l'intero rapporto contrattuale deve trovare svolgimento secondo la relativa disciplina, le cui eventuali sopravvenute modificazioni varranno come prescrizioni alle quali l'ente deve uniformare il proprio capitolato ed i propri contratti, senza che esse possano, in via diretta, alterare il regime pattizio sia esso sostanziale che processuale - come quello relativo alla competenza del giudice ordinario in alternativa a quella del collegio arbitrale - dei contratti in corso. Tuttavia, le parti possono, anche tacitamente, manifestare la volontà di tenere conto delle modifiche normative sopravvenute, modificando i pregressi accordi. In tal caso, l'accettazione della competenza del collegio arbitrale in una composizione diversa da quella originariamente prevista in contratto, realizza una valida modifica dell'accordo compromissorio, non suscettibile di essere successivamente contestata per irregolare composizione del collegio, ove tale eccezione non sia stata tempestivamente sollevata nel corso del procedimento arbitrale.