Il giudice amministrativo, nell'esaminare l'istanza di esecuzione di una propria precedente sentenza, deve preliminarmente verificare la permanenza dell'interesse del ricorrente, anche alla luce di eventuali successive pronunce giurisdizionali che abbiano modificato il giudicato da ottemperare. Qualora accerti la sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, il giudice dell'ottemperanza è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, non potendo in tal caso pronunciarsi nel merito. Ciò in quanto, ai sensi dell'art. 113, comma 1, del codice del processo amministrativo, la competenza a conoscere dell'ottemperanza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento della cui esecuzione si tratta, ovvero, in caso di riforma parziale della sentenza di primo grado in sede di appello, al giudice di secondo grado. Il giudice dell'ottemperanza, pertanto, non può surrogarsi al giudice competente, ma deve limitarsi a prendere atto della sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente e dichiarare l'improcedibilità del ricorso, compensando integralmente le spese di giudizio tra le parti.