Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32517 del 23 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32517PEN

Massima

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Il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che svolge attività di tipo bancario (c.d. "bancoposta") non riveste la qualità di persona incaricata di pubblico servizio, con la conseguenza che l'appropriazione di somme dei risparmiatori commessa con abuso del ruolo integra il reato di appropriazione indebita e non quello di peculato. L'attività di raccolta del risparmio svolta da Poste Italiane S.p.A. per conto di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. ha natura privatistica, in quanto quest'ultima è equiparabile ad un comune azionista che non interviene personalmente nei rapporti con la clientela, regolati esclusivamente dal diritto civile. Pertanto, la condotta del dipendente di Poste Italiane S.p.A. che si appropria indebitamente di somme di denaro dei risparmiatori nell'esercizio delle sue funzioni bancarie integra il reato di appropriazione indebita aggravata, che si prescrive nel termine massimo di sette anni e sei mesi dalla commissione del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1222/2009 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 16/10/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GAETANO DE AMICIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' relativamente al primo motivo di ricorso e per il rigetto del secondo motivo;

Udito il difenso…

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