Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18357 del 11 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:18357PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur essendo stato revocato o divenuto inefficace nelle more del procedimento di impugnazione, può comunque essere oggetto di ricorso per cassazione qualora il ricorrente deduca specificamente e in modo motivato l'interesse concreto a ottenere una pronuncia favorevole ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione; in mancanza di tale deduzione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, senza che ciò comporti la condanna del ricorrente alle spese processuali o al pagamento della sanzione in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Nd. Vi. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del 08/02/2011 del Tribunale di Trento;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. MONTAGNA Alfredo che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

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