La nullità della citazione per il giudizio di appello, dovuta all'errata indicazione della data di comparizione, determina la nullità della sentenza impugnata e il rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello per un nuovo giudizio. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che l'indicazione errata della data di comparizione nel decreto di citazione per il giudizio di appello, anche in presenza di una corretta indicazione della data nell'intestazione dell'atto, determina una incertezza assoluta circa il giorno dell'udienza, configurando la nullità prevista dall'art. 429, comma 2, c.p.p. Tale nullità, di carattere assoluto, si comunica agli atti consequenziali, imponendo l'annullamento della sentenza impugnata e il rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello per un nuovo giudizio. La Corte sottolinea come l'esatta individuazione del giorno dell'udienza sia un elemento essenziale per la validità della citazione, a garanzia del diritto di difesa dell'imputato. L'errata indicazione di tale dato, anche in presenza di una corretta annotazione in altra parte dell'atto, determina una incertezza assoluta che inficia irrimediabilmente la validità della citazione e, di riflesso, della sentenza pronunciata all'esito del giudizio di appello. Il principio affermato dalla Corte di Cassazione mira a tutelare il diritto di difesa dell'imputato, garantendo la regolarità del procedimento e l'esatta conoscenza degli atti processuali. Esso si applica ogni qualvolta si riscontri un vizio nella citazione per il giudizio di appello, tale da determinare incertezza sulla data dell'udienza, a prescindere dalla presenza di altri elementi correttamente indicati nell'atto.