Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'amministrazione pubblica, titolare del potere di amministrazione attiva, dispone del potere di intervenire sui propri atti, anche in assenza di specifici riferimenti normativi, al fine di adeguarli costantemente alle finalità di pubblico interesse da essa perseguite. Tale potere si esercita attraverso l'adozione di atti di secondo grado, come la sospensione o la revoca, che costituiscono espressione del medesimo potere che ha condotto l'amministrazione all'emanazione del provvedimento originario. Tali atti di secondo grado sono legittimi quando sono adottati per gravi ragioni e per il tempo strettamente necessario, anche in relazione ad accadimenti sopravvenuti, al fine di attualizzare l'assetto di interessi scaturito dalle determinazioni originariamente assunte. In particolare, in presenza di eventi calamitosi di eccezionale gravità che hanno devastato il territorio, l'amministrazione può legittimamente sospendere, in via cautelare e di prudenza, l'efficacia di autorizzazioni già rilasciate per interventi edilizi, in attesa delle necessarie verifiche tecniche e della definizione delle misure idonee a garantire la sicurezza del territorio. La sospensione può essere disposta senza l'indicazione di un termine finale preciso, purché risulti adeguatamente motivata dall'impossibilità di stabilire a priori il tempo strettamente necessario per le valutazioni e le determinazioni da adottare, essendo sufficiente il riferimento alle successive verifiche e valutazioni da compiere. L'amministrazione è tenuta a provvedere con la massima sollecitudine al fine di non lasciare all'incontrollata discrezionalità l'eventuale prolungamento del termine di sospensione.