Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25408 del 10 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25408PEN

Massima

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La confisca dei beni sequestrati in un procedimento penale, pur essendo una misura di sicurezza patrimoniale prevista dalla legge, deve essere adeguatamente motivata dal giudice in relazione alla effettiva provenienza illecita di tali beni e al nesso causale con il reato contestato. Quando la confisca non riguarda soltanto i beni direttamente riconducibili all'attività delittuosa, ma anche altri beni nella disponibilità degli imputati o di terzi, il giudice è tenuto a compiere una puntuale verifica sulla natura e l'appartenenza di tali beni, al fine di accertare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura ablativa. La mancanza di una motivazione congrua e pertinente sulla correlazione tra le cose sequestrate e l'ipotesi di reato per cui si procede comporta l'annullamento della sentenza nella parte relativa alla confisca, con rinvio al giudice di merito per un nuovo esame nel rispetto dei principi di diritto enunciati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

Avverso la sentenza del Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Torino del 21/06/2012;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SCARDACCIONE Eduardo, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITEN…

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