Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5008 del 8 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:5008PEN

Massima

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Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: L'interesse dell'indagato a ottenere una pronuncia in sede di impugnazione dell'ordinanza restrittiva della libertà personale permane anche nel caso in cui la misura cautelare sia stata revocata nelle more del procedimento incidentale "de libertate", soltanto se la decisione di annullamento della misura possa costituire, ai sensi dell'art. 314 c.p.p., comma 2, presupposto del diritto ad un'equa riparazione per la custodia cautelare subita ingiustamente. Tale interesse non permane, invece, quando l'impugnazione è diretta ad ottenere una decisione sulla sussistenza delle esigenze cautelari previste dall'art. 274 c.p.p. o sulla scelta tra le diverse misure possibili ai sensi dell'art. 275 c.p.p., in quanto si tratta di cause di illegittimità inidonee a fondare il diritto di cui all'art. 314 c.p.p., stante la tassatività della formulazione della norma citata, che si riferisce esclusivamente alle condizioni di applicabilità delle misure di cui agli artt. 273 e 280 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ga. Sa. Ti. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 11-5-09 del Tribunale di Torino, sezione 2 penale;

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere, Dott. Vincenzo Rotundo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. GALASSO Aurelio, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso per sopravvenuta …

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