Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23229 del 4 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:23229PEN

Massima

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Le dichiarazioni della persona offesa, se sottoposte a un attento controllo di credibilità da parte del giudice di merito, possono costituire prova sufficiente della responsabilità penale dell'imputato, senza necessità di ulteriori riscontri esterni, purché la motivazione sia esente da manifeste illogicità o contraddizioni e risulti adeguatamente giustificata attraverso una puntuale valutazione delle prove. Il giudizio sulla attendibilità della persona offesa costituisce un apprezzamento di fatto rimesso alla esclusiva competenza del giudice di merito, che non può essere riesaminato in sede di legittimità, se non in presenza di evidenti vizi logici. Il controllo di legittimità, infatti, non è diretto a sindacare direttamente la valutazione dei fatti compiuta dal giudice di merito, ma solo a verificare se tale valutazione sia sorretta da validi elementi dimostrativi e risulti nel complesso esauriente e plausibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazi - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6085/2011 CORTE APPELLO di TORINO, del 17/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. PRATOLA Gianluigi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e' st…

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