Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25122 del 22 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25122PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il divieto del "ne bis in idem" sancito dall'art. 649 c.p.p. impedisce che una persona possa essere giudicata nuovamente per lo stesso fatto già oggetto di una precedente sentenza definitiva di condanna o di assoluzione. Tuttavia, tale divieto non opera quando emergano nuovi elementi di prova, successivi alla precedente pronuncia, che dimostrino la permanenza della condotta criminosa anche in epoca successiva a quella già giudicata. In tal caso, il giudice può legittimamente ritenere sussistente la responsabilità penale dell'imputato per il medesimo reato, in virtù della continuità della condotta delittuosa, senza incorrere nella violazione del principio del "ne bis in idem". Pertanto, la valutazione di tali nuovi elementi probatori, come le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia o le intercettazioni telefoniche, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione, se logica e coerente, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che non si riscontrino evidenti e macroscopici errori di percezione da parte del giudice di legittimità, tali da inficiare la decisione assunta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RI. SA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3839/2010 CORTE DI CASSAZIONE di ROMA, del 30/04/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. VOLPE Giuseppe che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso per carenza di procura speciale e per il contenuto;

udito il difensore avv. AFELTRA Roberto, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 30 …

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