Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16283 del 17 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16283PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni costituenti il profitto di reati di corruzione è obbligatorio e insensibile alle ragioni della procedura fallimentare, in quanto la confisca di tali beni è prevista dalla legge sulla base di una presunzione assoluta di pericolosità. Il curatore fallimentare, pur rappresentando i creditori della società fallita, non può essere considerato terzo estraneo al reato ai fini della revoca del sequestro, in quanto la società fallita mantiene la qualità di imputata nel procedimento penale e il curatore non può assumere la rappresentanza dell'ente nel processo, salvo limitate eccezioni. Pertanto, il ricorso proposto dal curatore fallimentare avverso il provvedimento di sequestro è inammissibile per difetto di legittimazione processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) srl in persona del curatore fallimentare;

avverso l'ordinanza n. 470/14 del Tribunale di Roma, Sezione Riesame Provvedimenti di Sequestro del 25/07/2014;

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere, Dott. VILLONI Orlando;

udito il Pubblico Ministero, in persona del sostituto P.G., Dott. SCARDACCIONE ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita'.

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