La cancellazione di una società dal registro delle imprese determina la perdita della sua capacità processuale, con la conseguenza che, ove l'estinzione intervenga nella pendenza di un giudizio del quale la società sia parte, si determina un evento interruttivo, disciplinato dagli articoli 299 c.p.c. e ss., con eventuale prosecuzione o riassunzione da parte o nei confronti dei soci, successori della società, ai sensi dell'articolo 110 c.p.c. Tuttavia, la sola cancellazione di una società dall'albo delle imprese artigiane, senza la contestuale cancellazione dal registro delle imprese, non comporta la perdita della capacità processuale della società, la quale pertanto mantiene la legittimazione a stare in giudizio. Pertanto, ove la società appellante deduca di essere stata cancellata solo dall'albo delle imprese artigiane e non anche dal registro delle imprese, il giudice di appello è tenuto a esaminare tale circostanza, in quanto decisiva ai fini della declaratoria di inammissibilità dell'appello proposto dalla società estinta. Il mancato esame di tale fatto, oggetto di specifica deduzione da parte della società appellante, integra il vizio di omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio, ai sensi dell'art. 360, n. 5, c.p.c.