La condotta di chi, pur in assenza di un pericolo reale e attuale, reagisce con violenza a una situazione percepita come minacciosa, non può essere giustificata sulla base della legittima difesa putativa, in quanto tale istituto richiede la sussistenza di un pericolo oggettivo e la proporzionalità della reazione difensiva. Pertanto, il soggetto che cagiona lesioni personali e danneggiamenti a seguito di una reazione sproporzionata e non necessitata dalla situazione concreta, non può essere esonerato da responsabilità penale sulla base di un errore scusabile ai sensi dell'art. 47, comma 1, c.p., in quanto la valutazione della legittima difesa putativa deve fondarsi su elementi oggettivi e verificabili, non su meri assunti soggettivi e inverificabili. La responsabilità penale sussiste anche qualora la vittima abbia tenuto in precedenza comportamenti aggressivi o illeciti, in quanto tali circostanze non giustificano una reazione violenta e sproporzionata da parte dell'agente, il quale è comunque tenuto a valutare con lucidità la situazione concreta e a contenere la propria reazione entro i limiti della necessità e della proporzionalità della difesa.