Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37332 del 1 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:37332PEN

Massima

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Il reato di diffamazione sussiste quando l'agente, con l'intenzione di ledere la reputazione altrui, comunica a terzi un'informazione falsa o gravemente denigratoria, anche se pronunciata in ambito privato e non destinata alla pubblica diffusione. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, oggettivi e soggettivi, deve essere effettuata dal giudice sulla base di una complessiva e corretta disamina delle risultanze processuali, senza che sia necessaria la prova della diffusione pubblica della notizia diffamatoria, essendo sufficiente la sua comunicazione a uno o più soggetti determinati. Il giudice di merito, pertanto, può ritenere integrato il reato di diffamazione anche quando le espressioni offensive siano state pronunciate all'interno dell'abitazione dell'imputato e in presenza di un numero ristretto di persone, purché sia accertata la volontà dell'agente di ledere la reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 4.2.2008 da:

L'avv. DABORMIDA Renato, difensore di:

PA. Al., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Giudice di pace di Nizza Monferrato del 19 dicembre 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto Dott. Selvaggi Eugenio, che ha chiesto l'inammiss…

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