Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35275 del 24 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:35275PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di prevenzione, può fondare il giudizio di pericolosità sociale del proposto non solo su sentenze definitive di condanna, ma anche su elementi tratti da sentenze e procedimenti non definitivi, purché tali elementi siano oggettivamente accertabili e consentano di ritenere che il soggetto sia dedito alla commissione abituale di condotte criminose qualificabili come delitti. In tale contesto, il ricorso per cassazione è ammesso esclusivamente per violazione di legge, essendo escluso il sindacato sulla motivazione, salvo i casi di motivazione inesistente o meramente apparente. La durata della misura di prevenzione irrogata deve essere adeguatamente giustificata in relazione agli indici di pericolosità sociale accertati, mentre l'obbligo di cercare un lavoro, pur accessorio rispetto alla misura principale, deve essere valutato in relazione alla situazione personale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizi - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 25/01/2018 della CORTE APPELLO di TORINO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MAURIZIO GIANESINI;
lette le conclusioni del PG Dr.ssa LOY M. Francesca che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Difensore di (OMISSIS) ha proposto ricorso per Cassazione contro il decreto con il quale la Corte di Appello di TORINO ha confermato il decreto di primo grado che aveva disposto nei confron…

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