L'assegnazione di un alloggio di edilizia agevolata può essere revocata qualora l'assegnatario risulti proprietario di un altro alloggio adeguato al fabbisogno del proprio nucleo familiare, ai sensi dell'art. 97, comma 1, lett. b), della legge provinciale n. 13/1998. L'adeguatezza dell'alloggio di proprietà è determinata in base alla superficie utile abitabile, che deve essere non inferiore a 28 metri quadrati per una persona, aumentati di 15 metri quadrati per ogni ulteriore persona, ai sensi dell'art. 43, comma 1, della medesima legge. La presenza di barriere architettoniche nell'alloggio di proprietà non incide sulla valutazione di adeguatezza, ma può eventualmente legittimare la richiesta di contributi per il loro abbattimento. L'assegnatario non può pretendere che l'ente gestore acquisti o prenda in locazione il suo alloggio di proprietà per evitare la revoca dell'assegnazione, salvo che tale diritto non sia espressamente previsto nella convenzione di assegnazione. Inoltre, eventuali motivi di ricorso non proposti in sede di ricorso gerarchico sono inammissibili in sede giurisdizionale, in applicazione del principio di preclusione.