La Regione Calabria, nell'esercizio della propria competenza in materia di trasporto pubblico locale, può disporre il rinnovo delle concessioni in scadenza alle sole imprese o aggregazioni di imprese che, alla data del 31.12.2004, sviluppano una percorrenza annua superiore a 600.000 km, nel rispetto del quadro normativo nazionale e regionale di riferimento relativo al periodo transitorio, senza che ciò comporti illegittimità per violazione dell'art. 18, comma 3 bis, del D.Lgs. n. 422/1997. La mancata previsione, nella deliberazione regionale, dell'affidamento di quote di servizio o di servizi speciali mediante procedure concorsuali non determina l'illegittimità della deliberazione stessa, non essendo possibile desumere, dalle previsioni nazionali e/o regionali, un obbligo per la Regione di provvedere affinché venga consentito a quanti siano rimasti privi di concessione di concorrere tramite gara alle occasioni offerte dal mercato pubblico. Inoltre, il provvedimento regionale che prende atto della mancata opzione, da parte di un concessionario con percorrenza annua inferiore a 600.000 km, di abbandonare la concessione in essere ovvero di aggregarsi con altri operatori per raggiungere la predetta soglia chilometrica, e che dispone la revoca della concessione ai sensi dell'art. 27, comma 5, della legge regionale n. 23/1999, è legittimo, non essendo idonea a scongiurare tale effetto la mera comunicazione di interesse alla prosecuzione del rapporto, in assenza della formale opzione nei termini previsti dalla legge e dall'atto di indirizzo regionale.