La perdita di efficacia della misura cautelare deve essere fatta valere dal soggetto interessato attraverso la richiesta di revoca prevista dall'articolo 306 c.p.p., la cui ordinanza è impugnabile con appello ai sensi dell'articolo 310 c.p.p. e successivo ricorso per cassazione. Le cause che determinano la perdita di efficacia della custodia cautelare, quali il decorso dei termini custodiali, si risolvono in vizi processuali che non intaccano la legittimità intrinseca dell'ordinanza applicativa, ma ne importano l'estinzione automatica, la quale deve essere disposta nell'ambito di un distinto procedimento con l'istanza di revoca ex articolo 306 c.p.p. Tuttavia, qualora il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di riesame rechi anche questioni relative alla legittimità del provvedimento coercitivo, per ragioni di attrazione e di immediatezza, la questione dell'inefficacia può essere affrontata incidentalmente in tale sede. Tale eccezione, tuttavia, presuppone che il ricorso per cassazione contenga anche deduzioni attinenti alla legittimità originaria del provvedimento cautelare, circostanza che non ricorre nel caso di specie.