Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita ha distratto, sottraendoli alla garanzia patrimoniale dei creditori, beni aziendali, quali merci in giacenza, pagamenti in contanti a fornitori, somme ricevute a titolo di risarcimento danni e accollate a titolo personale, nonché denaro depositato sui conti correnti della società. Tali condotte distrattive, anche se eterogenee, possono essere considerate unitariamente ai fini dell'applicazione dell'aggravante della pluralità di fatti di bancarotta, in quanto espressive di un medesimo disegno criminoso volto a sottrarre risorse patrimoniali alla procedura fallimentare. Il giudice, nel determinare la durata delle pene accessorie della inabilitazione all'esercizio di impresa commerciale e dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa, deve attenersi ai criteri di cui all'art. 133 c.p., senza applicare il termine fisso di dieci anni dichiarato costituzionalmente illegittimo.