Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35998 del 3 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35998PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando un gruppo di persone si associa con la forza di intimidazione del vincolo associativo e la conseguente condizione di assoggettamento e omertà di interi settori della comunità sociale, al fine di commettere delitti, acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, ovvero di conseguire profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, nonché di condizionare la vita democratica del Paese, limitando il libero esercizio del diritto di voto. Tale forza intimidatrice può manifestarsi in diverse forme, anche in assenza di specifici atti di violenza o minaccia, qualora l'associazione abbia acquisito una tale fama e capacità di incutere timore da rendere superfluo l'avvertimento esplicito. Pertanto, la partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta anche da comportamenti e attività non illeciti in sé, ma funzionali alla realizzazione del programma criminoso, come la raccolta e la distribuzione di fondi a favore dei detenuti affiliati, considerata espressione del vincolo solidaristico e di fedeltà all'organizzazione. Inoltre, il condizionamento della vita democratica attraverso l'inquinamento del processo elettorale, con l'accordo tra l'associazione e i candidati per l'ottenimento di voti in cambio di vantaggi illeciti, integra un ulteriore elemento tipico del reato associativo mafioso. In tale contesto, anche la sensibilità manifestata da un soggetto per le vicende giudiziarie che coinvolgono persone a lui legate può assumere rilievo indiziario della sua partecipazione all'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2203/2012 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 09/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto il rigetto.

udito il difensore avv. (OMISSIS) e Avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza 9.11.2012, il tribunale di Torino ha rigettato la richiesta di riesame e ha confermato l'ordinanza 10.1…

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