Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27535 del 30 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:27535PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento cautelare, non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare se la motivazione sia logica, coerente e risponda ai canoni di razionalità, senza poter entrare nel merito della ricostruzione fattuale e della valutazione probatoria, riservate al giudice di merito. Il controllo del giudice di legittimità sulla motivazione si esaurisce nell'accertare che il giudice di merito abbia esaminato tutti gli elementi a sua disposizione, li abbia correttamente interpretati e applicato le regole della logica nel giustificare le proprie conclusioni, senza poter sindacare il significato concreto di ciascun elemento probatorio, questione riservata al giudice di merito. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso un provvedimento cautelare è inammissibile quando le doglianze investono profili di valutazione della prova e di ricostruzione del fatto, in quanto estranee al novero delle censure deducibili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2012/2014 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 04/11/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Catania, in data 4-11-2014, che ha confermato l'ordinanza applicativa della misura intramu…

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