Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46475 del 7 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:46475PEN

Massima

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La provocazione da parte della persona offesa, consistente in una pubblicazione insinuante sulla propria pagina social, può integrare la causa di non punibilità di cui all'art. 599 c.p. per il reato di diffamazione, qualora sussista un nesso di causalità tra tale condotta e la reazione dell'imputato, purché quest'ultima non sia ritenuta "inadeguata" dal giudice. Il giudice è tenuto a motivare in modo esaustivo le ragioni per le quali ritiene che la reazione dell'imputato non sia proporzionata al fatto ingiusto della persona offesa, valutando attentamente le circostanze del caso concreto, senza limitarsi a definire la reazione come "mera occasione o pretesto" per la diffamazione. L'omissione di tale puntuale motivazione integra un vizio della sentenza, che deve essere annullata con rinvio per un nuovo esame della questione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/01/2021 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RENATA SESSA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MASTROBERARDINO PAOLA;
Il PG, data per letta la requisitoria inviata ai procuratori costituiti, cosi' conclude: annullare con rinvio la sentenza impugnata;
udito il difensore;
L'avvocato (OMISSIS) si ri…

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