L'acquisizione gratuita al patrimonio comunale di opere edilizie abusive, in assenza di tempestiva demolizione, costituisce una sanzione amministrativa di natura ripristinatoria, che prescinde dall'accertamento della colpa o del dolo del proprietario e si applica anche nei confronti di quest'ultimo, in quanto titolare del bene, a prescindere dalla sua responsabilità nell'abuso. Tale acquisizione, prevista dall'art. 31, commi 3 e 4, del D.P.R. n. 380/2001, non configura un'espropriazione indennizzabile ai sensi degli artt. 3 e 42 della Costituzione, in quanto rappresenta la naturale conseguenza sanzionatoria dell'inottemperanza all'ordine di demolizione, senza che rilevi la distinzione tra il bene abusivo e l'area di sedime su cui insiste. L'ordine di demolizione, infatti, ha carattere reale e può essere emanato anche nei confronti del proprietario estraneo all'abuso, il quale è comunque tenuto alla rimozione dell'illecito permanente. L'acquisizione gratuita al patrimonio comunale, pertanto, non richiede particolari garanzie partecipative, essendo un atto vincolato e privo di discrezionalità amministrativa.