Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10209 del 14 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10209PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura quando sussiste un accordo associativo stabile e duraturo tra almeno tre persone, caratterizzato dalla consapevolezza di ciascun partecipante di far parte del sodalizio e di contribuire con il proprio apporto causale alla realizzazione del programma criminoso comune, a prescindere dalla distinzione di ruoli e dalla numerosità degli associati. La prova della partecipazione può essere desunta da indizi gravi, precisi e concordanti, quali la commissione di delitti-scopo e altri "facta concludentia" idonei a dimostrare la permanenza del vincolo associativo, con riferimento al periodo temporale contestato. L'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991, che prevede un aumento di pena per il reato commesso al fine di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa, postula l'effettiva esistenza del sodalizio criminoso, non potendo trovare applicazione in assenza di una valida pronuncia di responsabilità per il reato associativo. Pertanto, l'annullamento della condanna per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. comporta la caducazione di tutte le contestazioni ad esso correlate, compresa l'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203/1991. Inoltre, la prova della partecipazione all'associazione mafiosa deve essere adeguatamente motivata, con riferimento agli elementi psicologici e oggettivi della condotta, senza potersi limitare a una mera ricostruzione alternativa degli eventi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco Pao - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale presso la Corte di appello di Napoli;

avverso la sentenza 30 settembre 2009 della Corte di appello di Napoli, che ha assolto:

Ge. Mo. , nato il (OMESSO), dal reato associativo del capo A); nonche' decidendo sui ricorsi di: G. L. , nato l'(OMESSO), G. A. , nata il (OMESSO), De. Fa. An. , nata il (OMESSO), D'. Mo. , nato il (OMESSO), Bo. Fe. , nato il (OMESSO), Pi. Da. , nato il (OMESSO), G. G. , nato il (OMESSO), Vi. El. , nato il (OMESSO), Ma. Ca.…

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