La revoca della patente militare di guida disposta dall'amministrazione militare sulla base della presunta perdita permanente dei requisiti psico-fisici necessari per il suo rilascio e mantenimento deve essere annullata qualora l'amministrazione non abbia adeguatamente motivato il provvedimento, non abbia tenuto conto di tutti gli elementi di fatto emersi successivamente al precedente giudizio di idoneità incondizionata del militare, e abbia adottato la decisione in contrasto con il proprio pregresso comportamento di impiego del militare in attività e servizi che presuppongono l'uso di mezzi militari. L'amministrazione, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di valutazione dei requisiti psico-fisici, deve considerare tutti i fatti rilevanti, anche quelli successivi al giudizio di idoneità, e fornire una motivazione esaustiva e coerente che dia conto delle ragioni per cui ritiene venuti meno in modo permanente i requisiti necessari per il mantenimento della patente militare, senza poter fare affidamento su meri elementi presuntivi o su fatti già superati da precedenti valutazioni positive. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità del provvedimento di revoca, non può sostituire la propria valutazione a quella discrezionale dell'amministrazione, ma deve limitarsi a verificare la correttezza e la completezza dell'istruttoria e della motivazione, nonché la coerenza e ragionevolezza della decisione finale alla luce di tutti gli elementi di fatto rilevanti.