La revoca dell'autorizzazione all'esercizio di un'attività commerciale è legittima quando il soggetto che ha presentato la SCIA non risulta essere il titolare della concessione demaniale su cui insiste l'attività, in quanto la concessione è scaduta e non è stata rinnovata né dal precedente concessionario né dal soggetto che ha presentato la SCIA. L'Amministrazione non ha l'obbligo di indagare sulle vicende interne della compagine societaria o sui mutamenti di fatto circa la gestione dell'azienda, dovendo conformarsi ai dati formali relativi all'identità e alla qualità personale del concessionario. Il pagamento dei canoni demaniali da parte di un soggetto diverso dal concessionario non può far rivivere un rapporto concessorio ormai estinto per scadenza del termine, non essendo applicabile l'istituto dell'adempimento del terzo previsto dall'art. 1180 c.c. nell'ambito dei rapporti concessori, ontologicamente connotati dal requisito dell'intuitus personae. La situazione di incertezza e promiscuità derivante da comportamenti volontari dei soggetti privati coinvolti non può ingenerare in capo all'Amministrazione un obbligo di conformare l'attività privata alla legislazione vigente, né far sorgere in capo al soggetto che ha presentato la SCIA una situazione di legittimo affidamento tutelabile.