Cassazione penale Sez. I sentenza n. 38456 del 9 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38456PEN

Massima

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Il giudice può disporre la custodia cautelare in carcere nei confronti di un indagato per gravi reati di matrice mafiosa, quali l'omicidio aggravato, quando sussistono indizi gravi, precisi e concordanti provenienti dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno partecipato direttamente ai fatti, la cui credibilità è stata vagliata in dibattimento, anche in assenza di riscontri esterni, purché le loro deposizioni siano autonome e non del tutto sovrapponibili. Ciò in ragione della presunzione di adeguatezza della misura cautelare per reati di tale gravità e della sussistenza del concreto pericolo di reiterazione di condotte delittuose, attesa la personalità dell'indagato inserito in un contesto mafioso e dedito alla prevaricazione del bene della vita per perseguire gli scopi dell'associazione criminale. Il giudice non è tenuto a confutare in modo analitico tutte le deduzioni difensive, essendo sufficiente una motivazione che dia conto in modo logico e coerente delle ragioni per le quali ritiene sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AV. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 12/03/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANIA;

sentita la relaziona fatta dal Consigliere Dott. PIRACCINI PAOLA;

Rilevato che il Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. Palombarini chiedeva l'inammissibilita' del ricorso.

Rilevato che il difensore non e' comparso.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale del riesame di Catania confermava l'ordin…

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