Consiglio di Stato sentenza n. 6882 del 2022

ECLI:IT:CDS:2022:6882SENT

Massima

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Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione sulla domanda di ricorso gerarchico presentata dal privato non ha valore di silenzio-inadempimento, bensì di silenzio-rigetto, con la conseguenza che, una volta decorso il relativo termine di novanta giorni, non sussiste un obbligo di provvedere, dovendosi ritenere già perfezionato il provvedimento negativo da impugnare nel termine ordinario di decadenza di sessanta giorni dinanzi all'autorità giurisdizionale competente. L'amministrazione, pur conservando ancora il potere di pronunciarsi sul ricorso amministrativo, non ha tuttavia l'obbligo di provvedere su istanza del privato, al fine di evitare incertezze giuridiche e mantenere la distinzione tra le regole di amministrazione attiva, quali l'obbligo di provvedere, e quelle relative all'esercizio di funzioni giustiziali. Pertanto, il mancato rispetto del termine di sessanta giorni per l'impugnazione del provvedimento negativo dinanzi al giudice amministrativo comporta l'irricevibilità del ricorso.

Sentenza completa

Pubblicato il 04/08/2022

N. 06882/2022REG.PROV.COLL.

N. 08349/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8349 del 2017, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), domiciliato presso la Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13;

contro

Ministero dell'Interno, Ufficio Territoriale del Governo Brescia, Questura Brescia, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la riforma

della sentenza breve del T.A.R. LOMBARDIA - SEZ. STACCATA DI BRESCIA: SEZIONE I n. -OMISSIS-, resa tra le parti

Visti il ricorso in appello …

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