Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3326 del 24 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:3326PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di rapina si configura anche quando il compartecipe abbia tenuto un comportamento meramente passivo durante la perpetrazione del fatto, purché sia dimostrata la sua preventiva programmazione e consapevolezza dell'evento perseguito dai correi. La presenza del concorrente nel momento dell'azione violenta o minacciosa, accompagnata dalla ricezione e dall'occultamento, anche per un breve periodo, della refurtiva, è sufficiente a integrare la piena partecipazione al reato, a prescindere da un'attività preparatoria accurata. Il giudice di appello, tuttavia, non ha il potere di applicare d'ufficio le sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi se nell'atto di appello non risulta formulata alcuna specifica e motivata richiesta in tal senso, essendo tale potere circoscritto alle ipotesi tassativamente indicate dall'articolo 597, comma 5, c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. CIANFROCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/01/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere IGNAZIO PARDO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore SALZANO FRANCESCO che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
La CORTE APPELLO di MILANO, con sentenza in data 22/01/2016, parzialmente riformando la sentenza pronunciata dal TRIBUNALE di…

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