Il terzo estraneo al procedimento di prevenzione, che non sia stato chiamato a parteciparvi e non vi abbia preso parte, non può proporre direttamente istanza di revoca della confisca dei beni disposta ai sensi della legge n. 575 del 1965 nei confronti del proposto, ma deve far valere l'inefficacia della confisca nei suoi confronti mediante incidente di esecuzione. Infatti, la legittimazione a proporre l'istanza di revoca è riconosciuta soltanto a coloro che abbiano partecipato al procedimento di prevenzione o siano stati messi in grado di parteciparvi. Pertanto, il terzo estraneo che si trovi nel possesso dei beni confiscati a titolo di comodato o locazione in ragione dei vincoli di parentela con il proprietario, deve dimostrare in sede civile di essere l'effettivo titolare di tali beni, per poi proporre successivamente l'istanza di revoca della confisca al tribunale delle misure di prevenzione. Il tribunale, in assenza di un fumus di una controversia sulla proprietà dei beni confiscati, non può applicare la disciplina prevista dall'art. 676, comma 2, c.p.p., che rinvia all'art. 263, comma 3, c.p.p., in quanto l'assunto del terzo estraneo è meramente apodittico e privo di ogni conforto probatorio.