Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21535 del 3 giugno 2002

ECLI:IT:CASS:2002:21535PEN

Massima

Massima ufficiale
Per la configurabilità del reato di bancarotta societaria previsto dall'art. 223, comma 2, della legge fallimentare, come modificato dall'art. 4 D.Lgs. 11 aprile 2002, n. 61, non è più sufficiente la commissione di uno dei reati societari in connessione temporale con una sentenza dichiarativa di fallimento, ma occorre la sussistenza di un nesso di causalità fra il reato societario posto in essere e il dissesto della società, che viene assunto come evento sostanziale del reato.

Sentenza completa

MOTIVI IN FATTO E DIRITTO
L'Impugnata sentenza della corte d'appello di Firenze 22.3.2001 riduceva ad anni 3 e mesi 2 la pena inflitta all'imputato K. D. L. A. G. per i reati di fatti di bancarotta fraudolenta per distrazione, documentale e preferenziale nonché di bancarotta impropria (223, 219, comma 2 n. 1 l.f. in relazione all'art. 2621 l.f.).
L'imputato, in qualità prima di amministratore unico e, successivamente "di fatto" della società "P. D. K. D. L." s.r.l., dichiarata fallita il 10.6.1986, aveva dissimulato beni sociali, facendone apparire la vendita, e tenuto scritture contabili in modo da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento di affari; aveva poi effettuato rimborsi a riduzione di crediti vantati da soci ed esposto nel bilancio approvato il 29.6.1984 -quando era amministratore unico- fatti non rispondenti al vero, mediante notevole riduzione del passivo.
Il ricorrente allegava i seguenti …

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