Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4573 del 3 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4573PEN

Massima

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La falsa dichiarazione di possedere la cittadinanza italiana o di altro Paese dell'Unione Europea, presentata al fine di ottenere un contributo pubblico previsto dalla legge, integra gli estremi del reato di truffa aggravata, in quanto costituisce un artificio idoneo a indurre in errore l'ente erogatore, il quale è tenuto a fare affidamento sulla veridicità di tali autocertificazioni. La circostanza che il documento di identità esibito dall'interessato avrebbe potuto rivelare la sua effettiva nazionalità è irrilevante, in quanto il documento era destinato solo all'identificazione del richiedente e non alla verifica dei requisiti per l'erogazione del contributo. Pertanto, la falsa dichiarazione sulla cittadinanza, anche se "grossolana", integra comunque gli estremi della truffa aggravata, non potendo essere ricondotta alla sola fattispecie residuale di cui all'art. 316-ter c.p. Inoltre, la confusione ingenerata dalla lettera accompagnatoria del Presidente del Consiglio o il peculiare contesto amministrativo in cui è stato realizzato il bonus non escludono la sussistenza del dolo, in quanto il requisito della cittadinanza era di immediata e agevole percezione, essendo chiaramente indicato nel modulo sottoscritto dai richiedenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. ZAPPIA Pietro - Consigliere

Dott. CURZIO Pietro - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE D'APPELLO DI MILANO;

nei confronti di:

WE. ZA. ;

contro la sentenza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Varese del 20 aprile 2007;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione del Consigliere, Dott. ((omissis));

udite le conclusioni del Procuratore generale presso la Corte di cassazione, che ha …

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