Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48738 del 30 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:48738PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, si appropria di beni di cui ha il possesso per ragioni del suo ufficio, commette il reato di peculato, a prescindere dalle successive vicende riguardanti l'ente pubblico di riferimento. La qualità di pubblico ufficiale del soggetto agente, infatti, non viene meno per effetto di eventuali ristrutturazioni o privatizzazioni dell'ente di appartenenza, qualora le attribuzioni e le competenze relative ai beni di cui si è appropriato permangano in regime pubblicistico. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di peculato, deve accertare la natura pubblica delle funzioni esercitate dall'imputato al momento della condotta illecita, senza che assumano rilievo i successivi mutamenti organizzativi dell'ente di riferimento, ove tali mutamenti non incidano sulla natura pubblicistica delle attribuzioni e delle competenze relative ai beni oggetto di appropriazione indebita. L'accertamento della responsabilità penale, inoltre, non richiede la prova puntuale dell'entità dei beni sottratti, essendo sufficiente la dimostrazione della condotta appropriativa realizzata in violazione dei doveri inerenti all'ufficio ricoperto. Infine, l'inammissibilità del ricorso per cassazione, pronunciata a fronte di motivi manifestamente infondati, preclude l'esame di eventuali cause di estinzione del reato, come la prescrizione, non consentendo la formazione di un valido rapporto d'impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBA Tito - Presidente

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMESSO) nato il (OMESSO);

avverso la sentenza 24 gennaio 2011 della Corte di appello di Messina che ha confermato la sentenza 27 aprile 2006 del Tribunale di Barcellona Pozzo Gotto per il reato di peculato.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis)).

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. GALASSO Aurelio che ha co…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.